Si avvicina la Festa di tutti i Santi e anziché festeggiare il Signore per questa meravigliosa
chiamata che accomuna noi cristiani, si assiste al sempre più diffuso espandersi della “festa” di
Halloween. Diffusione legata, come tutti i fenomeni di massa, a questioni di marketing e di
profitto, che ci invita a riflettere non solo sul fenomeno della perdita della fede, ma anche sui
fenomeni “di massa”, che mostrano sempre un vuoto diffuso di idee e di capacità critica.
Si tratta, cioè di non avere la capacità critica di saper analizzare quello che ci viene proposto e
pubblicizzato. La perdita di questa autonomia diciamo “intellettuale” fa sì che si diviene
facilmente “manovrabili”: il mostruoso diventa simpatico, la violenza è mascherata da gioco, il
demoniaco entra nel nostro modo di pensare. In punta di piedi.
È evidente che basterebbe poco per rendersi conto che ci troviamo dinanzi non solo ad una
tradizione a noi del tutto estranea, ma anche a simboli e riti connotati da profonda crudeltà,
ignoranza e inciviltà.
La cosiddetta festa di Hallowen, come ormai noto a tutti, si fonda sui riti pagani delle
popolazioni celtiche; queste credevano che, per allontanare gli spiriti del male, si dovessero
compiere dei rituali che comprendevano orge, riti sanguinari, abuso di bevande alcoliche, offerta
di sacrifici umani: una specie di festival della morte in onore di divinità pagane.
Dietro l’apparenza giocosa delle famose zucche (che rappresentano la testa di un morto), si
propagandano così delle idee oscurantiste e violente: niente di meno adatto, dunque, per essere
insegnato ai bambini nelle scuole, dove questa tradizione la fa oramai da padrone in questo
periodo.
Senza rendersene conto si insegnano riti e si accettano tradizioni di radice demoniaca e
malefica: Halloween è divenuta così un’occasione per propagare una ideologia esoterica o,
peggio, anche satanica.
Tutto questo avviene ovviamente con una parvenza di “simpatico carnevale”.
Con Halloween si “camuffano” le cose e il messaggio che con esse si vuole diffondere: farle
sembrare simpatiche e innocenti, nascondendo quello che sono in realtà, dandogli un’apparenza
di gioco e di festa.

Sarà un caso che tante tragedie sono avvenute festeggiando questo rituale? Tra le tante, quella
terribile del 2022 avvenuta durante una festa di Halloween nel quartiere di Itaewon, a Seul, in
cui almeno 153 le persone persero la vita nella calca che si creò durante i festeggiamenti.
In questa “festa” agisce il demonio, che scambia il male per bene: un inganno che è ben descritto
nel bellissimo libro Le lettere di Berlicche, di Clive Staples Lewis. Lo scrittore inglese nella
prefazione del libro esprime un concetto che ben si adatta al fenomeno di cui stiamo
parlando: “Vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali si può cadere nei riguardi dei Diavoli.
Uno è quello di non credere alla loro esistenza. L’altro, di credervi, e di sentire per essi un
interesse eccessivo e non sano. I Diavoli sono contenti d’ambedue gli errori e salutano con la
stessa gioia il materialista e il mago”.
Sublime paradigma di questo modo ingannevole d’agire sono le tentazioni di Gesù nel deserto,
nelle quali il maligno usa la Parola di Dio per cercare, invano, di ingannare il Nostro Salvatore
(Vangelo di Luca capitolo 4, 1-13).
I genitori, gli insegnanti, i sacerdoti e i catechisti, sono chiamati per primi ad informarsi su cosa
propongono nel loro delicato compito di educare e formare le coscienze: sono loro che devono
difendere i più vulnerabili, appunto i bambini e i giovani, da questa influenza negativa.
La reazione di noi cristiani dev’essere però soprattutto in positivo: rivalutare la bellissima festa
di tutti i Santi, che fa parte della nostra cultura millenaria e di una tradizione fondata sulla carità,
l’amore e la fratellanza.
In tante Diocesi la sera del 31 ottobre si moltiplicano gli incontri e le Veglie in preparazione
della festa di tutti i Santi: non è più attraente e importante ritrovare queste tradizioni, piuttosto
che inneggiare alle teste di morto, alle falci e ai riti sanguinari?

don Antonio